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TAUROMACHIA

La "Tauromachia" nella pittura di Antonio De Santis Il toro, il matador, il picador sono alcuni dei personaggi che compongono la corrida divenendo nell'immaginario estremi di un racconto unico nel suo genere. Il tempo e la storia hanno tramandato questa forma di sfida tra la forza della natura, il toro, e l'uomo, il matador come un confronto mitico, nella forma estrema di un'arte dove la morte diventa l'emblema ultimo della sfida. Appare evidente a chi non vive in Spagna, la corrida sia un semplice e pittoresco spettacolo, un elemento folkloristico il quale designa appunto la terra di iberica. In realtà molti sono i fattori che compongono questa sfida, questo confronto tra vita e morte, cantato in poesia in musica, in teatro in pittura ed è proprio in quest'ultima forma che appare l'espressione di De Santis. Artista profondo che tra i suoi temi prediletti ha trovato nella tauromachia gli estremi non solo pittorici, ma anche del suo pensiero. Autore che non lascia nulla al caso, De Santis, trova nel simbolo argomenti che vanno oltre al semplice racconto espressivo. La pittura per lui è un modo non solo di sentire, ma anche di dire ed il colore più che la forma divengono infrastrutture di una grafia simbolica appartenente ad un pensiero esistenziale e non solo estetico. Egli è ben conscio che l'arte appartiene al mondo dell'apparenza e che il senso della vista è quello che in pittura va prima appagato ed ecco quindi che affronta il racconto della tauromachia sottoforma espressiva trovando negli argomenti prima elencati della corrida un riferimento immaginativo inteso ad incontrare l'osservatore. L'apparenza narrativa diventa in tale contesto l'azione fondamentale per incontrare nel racconto del dipinto l'osservatore e di poi con sapiente suggestione trasportarlo nel contesto più profondo del significato stesso dell'idea proposta nel quadro. E' notorio che la pittura di De Santis viaggia nell'ambito del "realismo/astratto" una formazione estetica dove la realtà viene sintetizzata attraverso il processo dell'astrazione in cui viene eliminato ogni gioco figurativo a favore di un 'realismo' che possiamo definire senza mezzi termini nuovo. La ricerca di questo artista è stata lunga e dalla figurazione è giunto agli estremi dell'astrazione fino a superare l'ultimo baluardo dell'assurdo artistico ricuperando il segno ed il racconto. Un atto coraggioso, e non ancora del tutto compreso, lungimirante di fronte ad un'arte che ha abbandonato la storia a favore di un irrazionale effimero nel quale l'espressione artistica ha perduto il suo discorso profondo per diventare uno semplice slogan. Le scelte del De Santis sono state coraggiose e controcorrente, già la figura dell'artista dedito all'arte come estremo unico non fa parte del suo bagaglio e lo troviamo insegnante, scrittore, giornalista ed impiegato tutte forme lavorative che hanno fatto in modo che la sua pittura potesse vivere agiatamente di vita propria alienando qualsiasi compromesso a favore di una purezza di intenti unica nel suo genere. Le opere dedicate alla tauromachia sono l'essenza di un lungo percorso libero da ogni vincolo, che ha permesso all'artista di giungere ad un linguaggio fluido ed assolutamente personale. La narrazione trova nella forma del toro o del torero o del cavallo (e via dicendo) simboli di una realtà che va oltre alle forme stesse riducendole a simboli e simbologie legate tra loro dal colore. L'opera del De Santis ha perso la prospettiva a favore di una rappresentazione a piani. Le figure ed i vari elementi compositivi sono posti secondo una sequenza rappresentativa che dimentica la prospettiva ed in gran parte l'ombreggiatura, che donano alla forma quella che la tridimensionalità, lavorando su di una serie di piano che si susseguono uno dietro l'altro e che sono, nel contempo, separati ed uniti nell'insieme dell'opera stessa. Un processo rigoroso che per certi aspetti ci tramanda alla pittura di Giotto e di Masaccio se non addirittura a forme espressive più antiche dove non è la realtà ad essere veramente raffigurata bensì l'idea stessa del reale e di perciò un'apparenza ideale che vuol superare attraverso la forma dell'astrazione l'oggettività. Non è possibile affrontare l'arte di questo artista in maniera superficiale non si riuscirebbe a comprendere il vero significato dell'opera, come sarebbe farle un torto se ci si sofferma all'apparenza del racconto. Osservando i suoi quadri se ne è affascinati proprio per quell'attrazione che la pittura più autentica sa esercitare. Il racconto diventa nella complessità dell'opera di questo artista un momento particolare, infatti De Santis proviene dalla pittura astratta e perciò questo momento di narrazione è inteso come un gesto creativo vero e proprio libero dalla realtà per creare un suo mondo interiore, di memoria in cui il colore diventa essenziale.

Testo in Spagnolo

El toro, el matador, el picador son algunos de los personajes que componen la corrida volviéndose en los imaginarios extremos de un cuento único en su género. El tiempo y la historia han transmitido esta forma de desafío entre la fuerza de la naturaleza, el toro y el hombre, el matador como una comparación mítica, en la forma extrema de un arte dónde la muerte se convierte en el emblema último del desafío. Aparece evidente a quien no vive en España, la corrida sea un simple y pintoresco espectáculo, un elemento folklórico el que designa precisamente la tierra de ibera. En realidad muchos son los factores que componen este desafío, esta comparación entre vida y muerte, cantadas en poesía en música, en teatro en pintura y es justo en esta última forma que aparece la expresión de De Santis. Artista profundo que ha encontrado no sólo en la tauromaquia los extremos entre sus temas predilectos pictórico, sino también de su pensamiento. Autor que no deja nula al caso, De Santis, encuentra en el símbolo argumentas que van además del simple cuento expresivo. La pintura por él es no sólo un modo de sentir, pero también de decir y el color más que la forma se vuelve infraestructuras de una escritura simbólico miembro a un pensamiento existencial y no sólo estético. Él es bien consciente que el arte pertenece al mundo de la apariencia y que el sentido de la vista es lo que va primero satisfecho en pintura y he aquí por lo tanto que afronta el cuento de la tauromaquia bajo forma expresiva encontrando en los argumentos primero enumerado corrida una referencia imaginativa entendida a encontrar al observador. La apariencia narrativa se vuelve en tal contexto la acción fundamental para encontrar en el cuento de la pintura al observador y de luego con sabia sugestión transportarlo en el contexto más profundo del sentido mismo de la idea propuesto en el cuadro. Y' notorio que la pintura de De Santis viaja en el ámbito del "realismo/astratto" una formación estética dónde la realidad es sintetizada por el proceso de la abstracción en que es eliminado cada juego figurativo a favor de un 'realismo' que podemos definir sin medios términos nuevos. La búsqueda de este artista ha sido larga y de la figuración ha llegado a los extremos de la abstracción hasta superar el último baluarte de la absurdidad artística recobrando la señal y el cuento. Un acto atrevido, y todavía no completamente incluido, previsor de frente a un arte que se ha entregado la historia a favor de un irracional efímero en el que la expresión artística tiene perdida su discurso profundo para convertirse en uno simple eslogan. Las elecciones del De Santis han estado atrevidas y contracorriente, ya la figura del artista entregado al arte como extremo único no hace parte de su equipaje y lo encontramos enseñante, escritor, periodista y empleado todas formas laborales que han hecho de modo que su pintura pudiera vivir cómodamente de vida propia enajenando cualquier compromiso a favor de una pureza de intentos únicos en su género. Las obras dedicadas a la tauromaquia son la esencia de un largo recorrido libre de cada vínculo, que le ha permitido al artista de llegar a un lenguaje fluido y absolutamente personal. La narración encuentra en la forma del toro o el torero o del caballo, etcétera, símbolos de una realidad que va además de las formas mismas reduciéndolas a símbolos y a simbologías atadas entre ellos del color. La obra del De Santis ha perdido la perspectiva a favor de una representación a llanos. Las figuras y los varios elementos compositivos son puestos según una secuencia representativa que olvida la perspectiva y en gran parte la sombra, que donan a la forma aquélla que la tridimensionalidad, trabajando sobre de una serie de llano que se suceden uno tras otro y que soy, mientras tanto, separados y unidos en el conjunto de la obra misma. Un proceso riguroso que nos transmite a la pintura de Giotto y Masaccio por algunos aspectos si no hasta a formas expresivas más antiguas dónde no es la realidad a ser realmente representada sino la idea misma del real y de por tanto una apariencia ideal que quiere superar por la forma de la abstracción la objetividad. no es posible afrontar el arte de este artista de manera superficial no se lograría comprender el verdadero sentido de la obra, como sería hacerle un error si se detiene a la apariencia del cuento. Observando sus cuadros es fascinado justo por aquella atracción que la pintura más auténtica sabe ejercer. El cuento se vuelve en la complejidad de la obra de este artista un momento particular, en efecto De Santis proviene de la pintura abstracta y por tanto este momento de narración es entendido un gesto creativo real libre por la realidad como para crear un mundo suyo interior, de memoria en cuyo el color se pone esencial.

Testo in Inglese

The bull, the matador, the picador they are some of the characters that compose the bullfight becoming in the imaginary extreme of an unique story in his/her kind. The time and the history have handed down this form of challenge among the strength of the nature, the bull and the man, the matador as a mythical comparison, in the extreme form of an art where death becomes the last emblem of the challenge. It appears evident to whom doesn't live in Spain, the bullfight both a simple and picturesque show, a folklorist element which designates note the earth of Iberian. In many reality they are the factors that compose this challenge, this comparison between life and death, sung in poetry in music, in theater in painting and it is really in this last form that appears the expression of De Santis. Deep artist that has not only found in the bullfighting the pictorial extreme among his/her favorite themes, but also of his/her thought. Author that doesn't leave anything to the case, De Santis, it finds in the symbol you deduce that go besides the simple expressive story. The painting for him is not only a way to feel, but also to say and the color more than the form they become infrastructures of a belonging symbolic handwriting to an existential thought and not only aesthetical. He is well aware that the art belongs to the world of the appearance and that the sense of the sight is what goes first to painting satisfied and here therefore that the story of the bullfighting faces expressive sottoforma finding in the matters first listed of the bullfight an understood imaginative reference to meet the observer. The narrative appearance becomes in such context the fundamental action to meet in the story of the painting the observer and of then with wise suggestion to transport him/it in the deepest context of the same meaning of the idea proposed in the picture. And' notorious that the painting of De Santis travels within the "realismo/astratto" an aesthetical formation where reality is synthesized through the trial of the abstraction in which every figurative game is eliminated for a 'realism' that we can define without half terms new. The search of this artist has been long and from the figuration you/he/she has reached the extreme of the abstraction up to overcome the last rampart of the artistic absurdity recovering the sign and the story. A brave action, and not yet entirely inclusive, farsighted of forehead to an art that has abandoned the history for an irrational ephemeral in which the artistic expression has lost its deep discourse to become a simple slogan. The choices of the De Santis have been brave and countercurrent, already the figure of the devoted artist to the art as unique extreme it doesn't belong to its baggage and we find him/it teacher, writer, journalist and employee all working forms that have done so that its painting you/he/she could wealthily live of proper life alienating any compromise for an unique purity of intents in its kind. The works devoted to the bullfighting are the essence of a long free run from every tie, that has allowed the artist to come to a fluid language and absolutely personal. The narration finds in the form of the bull or the bullfighter or of the horse (and street saying) symbols of a reality that it goes besides the forms themselves reducing her to symbols and tied up simbologie among them from the color. The work of the De Santis has lost the perspective for a plans representation. The figures and the various elements compositivi is set according to a representative sequence that forgets the perspective and to a large extent the shading, that you/they give to the form that that the tridimensionalità, working on a series of plan that you/they follow behind him one the other and that I am, at the same time, separate and united as a whole of the same work. A rigorous trial that hands down us to the painting of Giotto and Masaccio for some aspects if not even to more ancient expressive forms where reality is not to be really represented on the contrary the same idea of the reality and of therefore an ideal appearance that wants to overcome through the form of the abstraction the objectivity. it is not possible to face the art of this artist in superficial way him he/she would not succeed in understanding the true meaning of the work, as it would be to make her a blame if it stops us to the appearance of the story. Observing his/her pictures is fascinated really for that attraction that the most authentic painting knows how to practice. The story becomes in the complexity of the work of this artist a particular moment, in fact De Santis originates from the abstract painting and therefore this moment of narration is understood as a free real creative gesture from the reality to create one internal world of his of memory in which the color becomes essential.

Testo in Francese

Le taureau, le matador, le picador est quelques-uns des personnages qui composent la corrida en devenant dans les extrêmes imaginaires d'un récit unique dans son genre. Le temps et l'histoire ont transmis cette forme de défi entre la force de la nature, le taureau et l'homme, le matador comme une comparaison mythique, dans la forme extrême d'un art où la mort il devient l'emblème dernier du défi. Il apparaît évident à qui il ne vit pas en Espagne, la corrida soit un simple et spectacle pittoresque, un élément folklorique qui désigne la terre justement d'ibérique. En réalités nombreuses ce sont les facteurs qui composent ce défi, cette comparaison entre vie et mort chantée en poésie en musique, en théâtre en peinture et il est vraiment dans cette dernière il forme que l'expression de De Santis apparaît. Artiste profond qui a non seulement trouvé dans la tauromachie les extrêmes picturaux entre ses sujets préférés, mais aussi de sa pensée. Auteur qu'il ne laisse rien au cas, De Santis, il trouve dans le symbole tu argues qu'ils vont au récit expressif simple au-delà. La peinture pour lui est non seulement une manière d'entendre, mais aussi de dire et la couleur plus que la forme ils deviennent infrastructures d'un graphie symbolique en appartenant à une pensée existentielle et non seulement esthétique. Il est bien conscient que l'art appartient au monde de l'apparence et que le sens de la vue est ce qui va premier en peinture assouvi et voilà donc qu'il affronte le récit de la tauromachie sous elle forme expressive en trouvant dans les sujets premier recensés de la corrida une référence imaginative entendue à rencontrer l'observateur. L'apparence narrative devient en tel contexte l'action fondamentale pour rencontrer dans le récit de la peinture l'observateur et de puis avec suggestion savante le transporter dans le contexte le plus profond du sens même de l'idée proposé dans le tableau. Et' notoire que la peinture de De Santis voyage dans le cadre du "realismo/astratto" une formation esthétique où la réalité est synthétisée à travers le procès de l'abstraction dans lequel chaque jeu figuratif au service d'un 'réalisme' est éliminé que nous pouvons définir sans demi nouveaux termes. La recherche de cet artiste a été longue et de la figure il est arrivé aux extrêmes de l'abstraction jusqu'à dépasser le dernier rempart de l'absurde artistique en récupérant le signe et le récit. Un acte courageux, et pas encore du tout compris, clairvoyant devant à un art qu'il a abandonné l'histoire au service d'un irrationnel éphémère en qui l'expression artistique a perdue son discours profond pour devenir un disloquer simple. Les choix du De Santis sont restés courageux et contre-courant, déjà l'illustration de l'artiste adonné à l'art comme extrême unique il ne fait pas partie de son bagage et nous le trouvons professeur, écrivain, journaliste et employé toutes formes ouvrables qui ont fait de manière que sa peinture pût vivre de propre vie dans l'aisance en aliénant compromis quelconque au service d'une pureté de buts seule dans son genre. Les oeuvres dédiées à la tauromachie sont l'essences d'un long parcours libre de chaque lien, qu'il a permis à l'artiste de joindre à un langage fluide et absolument personnel. La narration trouve dans la forme du taureau ou du torero ou du cheval, et voie qui en dit, symboles d'une réalité qu'il va aux formes mêmes au-delà en les réduisant à symboles et simbologie lié entre eux de la couleur. L'oeuvre du De Santis a perdu la perspective au service d'une représentation aux étages. Les illustrations et les éléments différents compositivi est mis selon une séquence représentative qui oublie la perspective et dans une grande partie le grisé qui donnent à la forme celle-là qui le tridimensionalità, en travaillant sur une série d'étage qu'ils se succèdent un derrière l'autre et qu'ils sont, en même temps, séparés et unis dans l'ensemble de l'oeuvre même. Un procès rigoureux qui nous transmet à la peinture de Giotto et de Masaccio pour certain aspects sinon aux formes expressives plus anciennes où ce n'est pas la réalité à être représentée vraiment mais l'idée même du réel et de donc une apparence idéale qui veut dépasser à travers la forme de l'abstraction l'objectivité. il n'est pas possible d'affronter l'art de cet artiste de manière superficielle on il ne réussirait pas à comprendre le vrai sens de l'oeuvre, comme il serait leur faire un tort s'il s'arrête à l'apparence du récit. En observant ses tableaux en s'est fasciné vraiment pour cette attraction que la peinture la plus authentique sait exercer. Le récit devient dans la complexité de l'oeuvre de cet artiste un moment spécial, en effet De Santis vient de la peinture abstraite et donc ce moment de narration est entendu comme un geste créateur véritable libre de la réalité pour créer son monde intérieur, de mémoire dans lequel la couleur devient essentielle.